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Violenza sulle donne e femminicidio, alcune riflessioni

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Se il 25 novembre è diventato famoso perché si celebra la giornata contro la violenza sulle donne, il 20 novembre di ogni anno è la giornata del Tdor, trans Torino e di tutto il mondo celebrano il lutto per le vittime di odio della propria comunità: nonostante le escort transessuali siano richiestissime, la lista dei nomi delle vittime a sfondo transfobico è lunga, anno dopo anno. 

Transgender Day of Remembrance, come si celebra

Tdor, acronimo di Transgender Day of Remembrance, viene celebrato il 20 novembre e non è altro che una specie di rito laico per restituire dignità di memoria a chi non c’è più. Il 25 novembre ormai è una data segnata sui calendari delle trans Torino, visto che è la giornata dedicata alle morti per mano della misoginia, mentre sulle donne transessuali non si è proferito quasi parola. Un argomento spinoso, visto che queste persone non vengono viste come tali, solo dei freak, dei mostri adibiti al piacere e alla perversione sessuale.

Un oggetto, proprio come una donna vera, ed è curiosa questa analogia. Quando si è iniziato a definire feminicide gli omicidi di genere era la seconda metà del Novecento e grazie alla dottoressa Diana Russell si è sviluppata la categoria che in criminologia ( e in italiano) viene definita femminicidio per distinguere  gli omicidi di donne per motivi accidentali o occasionali tutte quelle uccisioni di donne, lesbiche, trans e bambine basate sul genere, oltre alle situazioni in cui ogni morte possa rappresentare la conseguenza o l’esito di ripetute violenze e discriminazioni. Lo sanno bene le escort transessuali, ma anche le loro colleghe donne sin dalla nascita: non tutti gli uomini possono portare loro in regalo le rose durante gli incontri. 

Drag Queen, transgender e transessuale, le differenze

Al fine di spiegare meglio perché le persone transessuali da uomo a donna vengono fortemente colpite da questo fenomeno, ne silenzio totale, bisogna fare chiarezza nei termini e nelle definizioni. Una persona transgender si definisce tale quando si rende conto di essere intrappolata in un corpo che non le appartiene. Capita che una persona sia fisicamente maschio ma si senta femmina, e viceversa. Resosi conto e acquistando questa consapevolezza, la persona ha due strade: mentire a se stessa e continuare la propria vita tra bugie e menzogne anche ai propri cari, col rischio di avere problemi psicologici e più domande che risposte, oppure iniziare un cammino difficile di transizione.

Esso consiste in incontri con esperti per capire se si è sicuri di voler cambiare sesso e, dopo l’OK definitivo degli psicologi, inizia il percorso costellato da medicinali da prendere ( in realtà estrogeni o testosterone); operazioni chirurgiche per inserire le protesi mammarie o eliminare i seni e, per finire, eliminare definitivamente il sesso sbagliato modificando i genitali. Quest’ultima è una operazione rischiosa ancora oggi e non tutti se la sentono di mettere in mano al chirurgo la propria vita, inoltre, in Italia sono pochi i centri in cui effettuarla.

Tuttavia, lo Stato Italiano non riconosce il definitivo cambio di sesso senza questo importante step. Pertanto, ci possono essere ragioni mediche serie dietro il rifiuto a procedere, ma allo Stato non importa, alimentando una discriminazione scandalosa anche in ambito professionale, specie per chi lavora nella Pubblica Amministrazione. Ed è anche per questo che questi soggetti si vendono al miglior offerente, perché non intravedono un lavoro che si discosti da quello di PR o da ragazza immagine trans in discoteca nel proprio futuro. È doveroso anche specificare che le Drag Queen possono anche non essere trans: questa è un’arte che ha fatto la storia, ma non è praticata solo da persone omosessuali. Anche gli eterosessuali possono cantare, fare cabaret e altre performance travestiti da donna.

Tant’è che i drag king sono le donne che si travestono da uomo, però non sono lesbiche. Questa arte è indipendente dal proprio orientamento sessuale, anche se potrebbe essere uno step utile per i transgender per mettersi alla prova e rafforzare la consapevolezza del percorso di cambio di sesso.  A vedere il pelo nell’uovo, anche il termine transgender viene utilizzato impropriamente, visto che letteralmente indica chi non si riconosce in nessun genere, mentre ora è una persona che non si è sottoposta a nessuna operazione ai genitali. Da sottolineare che tutti questi appellativi vengono usati con disprezzo da chi odia questa particolare branca dell’universo LGBTQ+.

Perché le trans sono vittime di violenza

Le escort transessuali, perlopiù quelle che si sono fatte la mastoplastica additiva e non si sono ancora sottoposte a una operazione chirurgica per la riassegnazione sessuale, sono le più colpite.  Non solo per odio del diverso, bensì per gli stessi motivi per cui abbiamo donne vittime di violenza di genere. I maschi vogliono considerarle dei meri oggetti, dei cagnolini pronti a soddisfare ogni desiderio e pulsione, oltre che equiparate a un sacco da boxe se prudono troppo le mani.

Le vittime sono quasi sempre straniere, molte sudamericane che fanno questo mestiere per guadagnare denaro e mandarlo alla loro famiglia, oppure italiane consapevoli di quello che fanno e lo fanno come libera scelta, correlato a servizi di escorting. Avere il pene al posto della vagina intriga molto anche gli uomini eterosessuali, i quali le contattano proprio per subire sesso passivo o partecipare attivamente all’atto sessuale, per sottomettere queste creature e sentirsi virili.