Salute e alimentazione

Emozioni primarie e secondarie, quali sono e svilupparle nel corso del tempo

Riconoscere le proprie emozioni primarie e secondarie è importante per favorire una accelerazione della crescita personale. Ma quali sono esattamente? E com’è possibile svilupparle nel corso del tempo? In questa guida vedremo le strategie da applicare per far sì che accada.

Le persone che hanno sviluppato più abilità sociali, sono le stesse che in futuro non avranno difficoltà ad instaurare delle relazioni più consistenti e proficue. Lo stesso input aiuterà ad essere carismatici ed apparire come persone migliori agli occhi degli altri.

Conosciamo le emozioni primarie e secondarie

Definire le emozioni ci consente di affrontare la vita nel migliore dei modi. Motivo per cui suddivideremo e spiegheremo le teorie che concretizzano quelle primarie e quelle secondarie. Ad esempio, ci sono degli studi che dimostrano un calo emotivo durante l’utilizzo dei social.

E nonostante molti ne siano a conoscenza, nessuno (o quasi), si chiede il motivo per la quale accade.  Secondo lo psicologo americano Paul Ekman, esistono sei emozioni che contraddistinguono un essere umano:

  1. Tristezza;
  2. Rabbia;
  3. Gioia;
  4. Paura;
  5. Sorpresa;
  6. Disgusto

Il termine primarie nasce proprio dal fatto che ognuno di noi nasce con queste emozioni, dunque sono le stesse che ci portiamo fin da quando siamo neonati. Sono connesse anche le espressioni facciali, che dimostrano quel che proviamo in un determinato momento.

Le emozioni secondarie invece, sono quelle che possono cambiare nel corso del tempo in base alla gente che frequentiamo e all’ambiente da cui ci facciamo contaminare. Dunque per poterle sviluppare è indispensabile instaurare dei contatti interpersonali.

Quelle secondarie sono ad esempio il disprezzo, l’orgoglio, la vergogna, il senso di colpevolezza e tutti quegli stati d’animo che come abbiamo accennato, sono influenzabili e variabili.

Indipendentemente dal riconoscimento di ciascuna emozione, quello che conta per stare realmente bene è imparare ad individuare quelle che ci influenzano in un determinato periodo della nostra vita e soprattutto saperle affrontare.

Emozioni positive e negative: qual è la giusta correlazione

Spesso si tende a definire le emozioni positive e negative. Pronunciare il termine “negativo”, susciterebbe automaticamente un senso di infinita tristezza, d’altronde il potere delle parole è proprio questo, saperle adattare al contesto e scegliere quelle meno sgradevoli.

Piuttosto che classificare le emozioni negative, vorremmo identificarle come spiacevoli. Ogni emozione primaria può trovare un nesso con quella secondaria e viceversa. Ad esempio, se si provasse gelosia, seppur possa esprimere un bel sentimento (verso il proprio partner ad esempio), essa può contenere anche rabbia e paura.

Oppure con la vergogna, potrebbe far provare allo stesso tempo sia tristezza che paura di un possibile rifiuto. Dunque una volta comprese, è importante svilupparle per poter attenuare il colpo più drastico e affrontare con una certa positive vibes.

Ogni emozione essendo adattiva, necessità di comprensione. Immaginandosi l’effetto sorpresa, potremmo pensare fin da subito che trattandosi di un sentimento immediato, quest’ultimo potrebbe inficiare positivamente o negativamente sul nostro stato attuale.

Ecco perché alla base dello sviluppo personale nasce l’esigenza della cosiddetta educazione emotiva.

Cos’è l’educazione emotiva e perché è importante

Sviluppare l’educazione emotiva è indispensabile per salvaguardare sé stessi ed avere un ritorno positivo nella propria vita. Questo vale per qualsiasi settore, lavorativo, scolastico o sociale che sia.

Non è un caso che nelle scuole gli insegnanti lottano per introdurre l’educazione emotiva come disciplina scolastica. Ciò consentirebbe agli allievi fin da subito, di imparare a reagire a qualsiasi evenienza, soprattutto alle sorprese spiacevoli che fintroppo spesso innescano un loop negativo nella mente dello studente.

Da qui, nascono anche i casi patologici come apatia e depressione. Due stati sentimentali permanenti, che potrebbero risultare difficili da superare se non previo supporto psicologico da parte di un professionista.

Seppur le emozioni primarie e quelle secondarie siano quasi simili tra di loro, la pericolosità di mischiarle è davvero sottile. I sentimenti iniziali potrebbero altresì, complicare la situazione in caso di una mal gestione interna.

Ad esempio, se la paura non venisse domata come di giusto, il pericolo di trasformarsi in panico o fobia è davvero elevato. Ciò implicherebbe problemi di salute psicologici nel lungo periodo, che scatenerebbero una serie di situazioni spiacevoli coinvolgendo anche le persone che stanno attorno.

Chi desidera avere maggiori informazioni sull’apatia, sul come riconoscere questo stato psicologico, è consigliabile leggere la guida di Andrea Giuliodori, pubblicata nel suo famoso blog.

È sempre importante informarsi sulle patologie che potrebbero svilupparsi a lungo termine, questo per tutelare sé stessi, chi ci sta vicino e soprattutto per imparare a sviluppare e saper gestire correttamente le emozioni primarie e secondarie.