Scegliere la badante: perchè il passaparola non funziona
di Redazione
22/06/2022
Scegliere la badante è sempre molto complicato. In primis, perchè spesso si fa riferimento a questa figura quando si è con l’acqua alla gola, ovvero quando il proprio caro necessita di assistenza immediata in quanto ha perso la propria autosufficienza. Dunque, si sceglie e si valuta in fretta, sotto una condizione di stress.
Scegliere una badante, tuttavia, è difficile in senso stretto, in quanto presuppone una valutazione di competenze non solo tecniche, che magari prevedono il “saper fare”, ma anche umane. Si tratta di proiettare sul lungo periodo i pochi segnali che possono essere colti durante l’incontro con l’aspirante badante, di immaginare con largo anticipo il rapporto tra assistito e badante.
Ecco che spesso si taglia la testa al toro e si procede con uno dei metodi più antichi del mondo: il passaparola. In genere, almeno per altri genere di servizi, funziona.
Funziona anche in questo caso? La risposta purtroppo è negativa, ecco perché.
4 motivi per cui il passaparola non funziona
Il motivo principale per cui il passaparola non funziona è che mostra la corda anche nella migliore delle ipotesi, ovvero qualora la badante proposta dall’amico o dal parente di turno sia effettivamente competente e in gamba. Ciò accade perché le competenze delle badanti sono spesso ben differenziate, e corrispondono a uno specifico profilo di assistito. Dunque, una badante può erogare un servizio eccellente a un tipo di anziano, e un servizio pessimo a un altro tipo. Alla luce di ciò, si dovrebbe fare riferimento alle organizzazioni specializzate nell’assistenza anziani, che fungono da collettore per competenze diverse, e possono indirizzare chi è alla ricerca di una badante verso la professionista più compatibile con le sue esigenze specifiche. Tornando ai motivi per cui il passaparola non è mai un buon metodo, è bene citare la fallacia dei criteri. Quando un amico propone un professionista, in genere si fa trasportare da elementi che hanno a che vedere poco con le effettive competenze e molto con dinamiche di tipo emotivo/affettivo. Accade spesso, e in parecchi ambiti, quando le referenze sono gestite in maniera non professionale, come nelle situazioni informali. Un altro motivo consiste nella difficoltà a dire di no. Rifiutare una badante gentilmente proposta da un amico o un parente potrebbe significare fargli uno sgarbo, causare attriti e tensioni. Sicché, si finisce con compiere le scelte sbagliate. Infine, la totale assenza di competenze tecniche in chi propone. Il discorso è sempre quello: la badante è una professione come le altre, dunque richiede skill specifiche, che sono sia tecniche che umane. Anzi, soprattutto umane.I rischi di scegliere male la badante
Chi si affida al passaparola per scegliere la badante ha la sensazione di risparmiare tempo e fatica. In effetti, la fase di ricerca, selezione e valutazione è molto più agevole. Peccato che sia anche più fallace, e per tutti i motivi che abbiamo appena descritto. Ma cosa succede se si sceglie “male” la badante? Beh, il rischio più grande è di compromettere il tenore di vita dell’anziano, dal punto di vista materiale ed emotivo. Una eventualità incresciosa, a volte straziante (a seconda dell’inadeguatezza della badante). Una badante non all’altezza non riuscirà a far fronte alle molteplici esigenze dell’anziano, causandogli disagi e fastidi di ogni genere. Se invece pecca di qualità umane, l’anziano proverà delle vere e proprie sofferenze emotive, che se possibile rappresentano un’eventualità ancora peggiore. Anche perché, è bene ricordarlo, nella stragrande maggioranza dei casi, il badante è a contatto con l’anziano per ventiquattr'ore su ventiquattro. Da qui la necessità di profondere attenzione nella scelta della badante, in modo da scegliere una volta sola… E bene.Articolo Precedente
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